martedì 22 luglio 2014

Quando le radici comuni ci chiamano

Nemmeno un mese fa ho visitato l'Altare della Patria a Roma. Un monumento imponente che celebra l'essere italiano e l'Italia. Mi sono ritrovata a pensare, ricercando nei campi mentali racchiusi attorno ai nostri alberi genealogici, quale simbologia e significato stia dietro a quella costruzione enorme. Non voglio addentrarmi nei particolari architettonici che nemmeno mi apparterrebbero come professionalità, voglio solo portarvi a ritrovare per istinto, creatività ed analogia (così d'altronde lavora il nostro albero...), ciò che ci accomuna come patria e ciò che ci stiamo portando dietro. Ognuno di voi potrebbe trovare la sua interpretazione: cosa rappresentano quegli enormi scalini da salire con fatica, il Milite Ignoto al centro di tutto.... ognuno potrebbe rivedere il suo modo di viversi da italiano. Ognuno di noi in qualche modo sta portando avanti il suo ruolo, in qualche modo, anche se ci dicono che gli italiani non esistono, stiamo portando avanti dei valori comuni, dei pregiudizi che arrivano da chissà quali tempi. Quanti gesti si compiono ogni giorno o pensieri spontanei? In fin dei conti tutti hanno sempre fatto così: ma perchè? La moda ci spinge a cercare nuovi luoghi, magari più "evoluti" (o così pensiamo), ma le nostre radici? Sono sempre loro che ci alimentano nelle nostre azioni e ci si può trasformare solo se si portano alla consapevolezza. Il nostro corpo le ricorda, nelle nostre azioni e pensieri ci sono, ma spesso la nostra mente conscia e decisionale ne è succube. Credo che sia questa la vera importanza dello studio della storia o materie affini come la letteratura. Servirebbe un'educazione della storia che guardi alle persone che ci sono state prima di noi, al conoscere le loro scelte e a provare a capire dal basso da cosa erano spinte. Conoscere Cavour, Giolitti, Mussolini, De Gasperi, ma anche chi negli stessi anni,  lavorava i campi o "accudiva il focolare". Le loro idee, i loro pensieri, le loro paure, ciò in cui credevano... anche perchè, che lo vogliamo o meno le nostre radici ci richiamano continuamente; e
vi assicuro che quando si arriva a Roma l'Altare della Patria non lo si può proprio evitare di vedere!

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