domenica 31 agosto 2014

Il Decalogo per i nuovi alunni (ma va bene anche ai vecchi)...

Tra poco molti nuovi e vecchi alunni inizieranno le scuole. 
Per molti di loro sarà la primissima esperienza alla Scuola Primaria, 
ecco un decalogo che potrebbe salvare la loro nuova avventura....


  1. Io non sono solo un alunno quindi con me si può parlare anche di altro, specie se è Domenica. (sono contrario all'apertura dei negozi di Domenica, figuriamoci all'apertura delle scuole! e tu lavoreresti anche di Domenica?)
  2. I compiti sono un esercizio per me e non un modo che ha la maestra per vedere se ho una brava mamma. Per questo non è obbligatorio avere te o peggio ancora un'insegnante privata a casa che mi segue costantemente.
  3. Lo zaino con le cose che ci vanno dentro è una questione mia e non di tutta la famiglia. Se vi fa sentire più tranquilli posso aiutarmi con uno schema appeso nella mia camera.
  4. Ho una maestra a scuola che sa qual'è il metodo migliore per me. Dalle scuole degli anni '80 molte cose sono cambiate e non sempre i metodi vecchi sono i migliori. Quindi ricordati il punto 1.
  5. Visto che i compiti mi servono come esercizio posso anche sbagliarli e permettere all'insegnante di aiutarmi a capire. Vivo di processi di apprendimento, non sono un semplice riempitore di pagine vuote.
  6. Vado a scuola per imparare quindi posso sbagliare, chiedere e migliorare in ogni momento se me ne dai la possibilità e lo spazio. Se sapessi già fare tutto non andrei a scuola...
  7. Le amicizie che ho con i miei compagni sono una questione mia e non di tutti i parenti o della pediatra. Non mi serve avere qualcuno che risolve i miei litigi.
  8. L'esercizio fisico è una bella cosa, ma se già sono stato impegnato per più di mezza giornata con la scuola non posso avere tutti i pomeriggi occupati con altre attività decise da altri (compresa la TV). Ho bisogno anche di annoiarmi per scoprire chi sono.
  9. Non sono lo zaino, l'astuccio, i quaderni, la merenda, le scarpe o altro che mi faranno avere dei buoni amici o essere sicuro di me.
  10. Non posso passare più di tre quarti d'ora al giorno a fare i compiti. Non sono ancora iscritto all'università. Per chi non lo sapesse la mia attività cerebrale e il mio livello di attenzione non me lo permettono. Sopra questo tempo si chiama: tortura.
Buon inizio d'anno scolastico a tutti, 
sperando in una nuova educazione 
che ritrovi il vero senso del suo essere....

Settembre porta sempre nuovi progetti...

Con l'inizio di Settembre iniziano anche le scuole, i nuovi propositi per l'inverno, le nuove attività. Ecco qui per cosa potreste contattarmi per iniziare alla grande il vostro periodo autunnale e invernale....

CORSI DI YOGA e MEDITAZIONE PER ADULTI DI GRUPPO E PERSONALIZZATI - per aiutarvi nello stress da lavoro e per mantenervi in forma.

PERCORSI DI RILASSAMENTO E CONOSCENZA DEL PROPRIO PROGETTO DI VITA - sapere chi siete e dove state andando può togliere molte ansie e piccole problematiche familiari, di coppia, con i vostri figli, lavorative e relazionali. Avrete la possibilità di esplorarvi e di ritrovare l'amore verso voi stessi e verso gli altri. Può essere accompagnato dolcemente dai Fiori di Bach.

CORSI DI YOGA PER BAMBINI - per stimolare posture corrette rispetto alla staticità che vivono a scuola o a casa. Per imparare strategie per diminuire lo stress e l'ansia da prestazione. Per conoscere ed esplorare i cambiamenti del proprio corpo e le proprie emozioni. Utile in caso di dislessia, disgrafia, iperattività, problemi dell'attenzione.

RECUPERO IN CASO DI DIFFICOLTÀ' SCOLASTICHE - per qualcuno non basta aver eseguito bene i compiti di scuola, alle volte serve un po' di motivazione in più, un percorso alternativo che aiuti a far crescere l'autonomia, l'attenzione, la precisione.

FORMAZIONE GENITORIALE - avete dubbi sul vostro stile educativo? Potete venire qui da me da soli oppure partecipare agli incontri di piccoli gruppi che verranno organizzati qui nello studio.

Non esitate a chiamarmi per qualsiasi richiesta o dubbio.

Vi auguro un meraviglioso inizio per i vostri nuovi progetti!!!!

venerdì 29 agosto 2014

L'ora della merenda ricomincia...

Tra poco tempo inizieranno le scuole e i negozi si stanno mobilitando per far sì che gli alunni abbiano tutto il necessario per andarci ben equipaggiati. La mia attenzione oggi si è soffermata su una nuova merenda in commercio ( non voglio fare nomi, sarebbe comunque inutili ai fini di questo scritto).
Questa corsa alla merenda più sana si trasforma spesso in una corsa alla merenda "più in" o più in voga. Le mamme sono in cerca spesso di merende che non escludano socialmente i loro figli, che li facciano sentire a loro agio all'interno del gruppo. Ecco che la merenda della mattinata non diventa più qualcosa che mi deve nutrire all'interno, ma qualcosa che ancora una volta, come troppe cose a mio parere nella nostra società, mi fa da maschera per dire agli altri quello che sono. E' l'ennesimo oggetto che definisce la mia identità. In questa forma di insicurezza si infilano con facilità i messaggi pubblicitari che raramente hanno come obbiettivo la salute dei bambini. Alcune mamme si sentono a disagio nelle loro scelte più salutistiche e quando preparano una buona merenda fatta in casa hanno paura di essere derise o di far passare per poco interessanti i loro figli. Vorrei mandare un messaggio di incoraggiamento a loro per iniziare al meglio il nuovo anno scolastico. Non fatevi ingannare da falsi sensi di colpa! Provate a pensare anche solo alla differenza che si trova nel gesto di acquistare velocemente un sacchetto di merendine e quello di dedicare del tempo alla cura della preparazione del cibo di chi amate. Quale dei due vi rimanda più affetto? Il bambino che vede la propria madre "perdere del tempo" per la cura delle cose che lo riguardano si sentirà alimentato anche di ciò che più conta nell'educazione dei figli: l'amore. E chissà.... magari quell'amore nutrirà così tanto la sua personalità da riuscire a sentirsi fortunatamente unico e importante nel suo essere Persona. 
Buon nuovo anno scolastico a tutti!

sabato 23 agosto 2014

Educare a volare...

"Siamo liberi di andare dove ci aggrada e di essere quelli che siamo" rispose Jonathan e, levatosi in volo, fece rotta verso oriente, dove aveva dimora lo Stormo. (Il Gabbiano Jonathan Livingston di R. Bach)

Chi di voi ha letto questo libero? E' abbastanza conosciuto e personalmente mi è rimasto nel cuore fin dalla prima lettura. Oggi è difficile per noi sentirci davvero liberi di esprimere quello che siamo. Troppo spesso siamo sopraffatti da paure, ansie, sensi di colpa. Non vogliamo tradire la nostra famiglia, il nostro gruppo o la nostra cultura e per questo continuiamo a recitare parti che non ci appartengono. Ci troviamo a seguire progetti di vita scelti da altri finché un giorno non ci accade qualcosa e ci accorgiamo di essere infelici. Molte persone fanno finta di niente, non ascoltano questi messaggi e continuano a recitare il loro ruolo credendolo l'unico possibile perchè non porta ad alcun rischio. Jonathan decide di fare diversamente e sceglie di provare a conoscere quella parte di sè che non gli è stata data da altri gabbiani come lui. Vuole conoscere la sua essenza, solo così potrà fare ciò che altri non sono mai riusciti a fare. La cosa più interessante è che questa "essenza" appartiene ad ognuno di noi ed ecco perchè credo che come adulti dobbiamo principalmente educare a volare, come fece Fletcher.


"Innanzi tutto" incominciò, piuttosto greve, "vi dovete rendere conto che un gabbiano è fatto a immagine del Grande Gabbiano, è un'infinita idea di libertà, senza limite alcuno, e il vostro corpo, da una punta dell'ala a quell'altra, altro non è che un grumo di pensiero."
I giovani gabbiani lo guardavano, stupiti e un po' canzonatori. Ehi, Ehi pensavano, è così che tu ci insegni la gran volta?(Il Gabbiano Jonathan Livingston di R. Bach)

Già, purtroppo andare verso la propria essenza sembra noioso o una cosa per pochi (magari anche un po' squilibrati), ma in realtà è lì che si rivelano le nostre potenzialità, quello che noi siamo chiamati a fare. A volte è un lavoro doloroso riconoscere e perdonare i "grumi di pensiero" che sono in noi, ma con questo ci educheremo a ritrovare quello che veramente siamo. In questo modo ci educheremo a volare cercando le piroette o la gran volta che meglio riusciamo a fare.

[per l'immagine si ringrazia http://www.iltuocoach.it/come-gabbiano-jon/]

venerdì 22 agosto 2014

Mamma... Papà... perchè gridate sempre?

Cari bambini e bambine,
      oggi voglio scrivere a voi per cercare di spiegarvi quello che molti adulti fanno a volte tra di loro o altre volte contro di voi: urlare. Se ci pensate l'urlo è utilizzato da molti animali per farsi sentire nelle grandi foreste, altri invece lo usano per spaventare i loro nemici.
Bene, ora voi mi chiederete quindi a cosa serve che lo facciano i vostri genitori (o adulti che vi educano in generale...). In fine dei conti voi non siete dei loro nemici e come distanza al massimo vi potete trovare nell'altra stanza (salvo quando vi trovate in un centro commerciale o al parco...). E' vero, avete ragione, ma comunque i vostri papà e mamme sono mossi dalla stessa paura. La paura di non essere ascoltati, di non essere guardati e considerati, di non essere abbastanza forti, di perdere il ruolo che hanno... e così si comportano come voi quando urlate per avere la loro attenzione... OPS! Forse ho sbagliato qualcosa... Come può un genitore adulto urlare come un bambino per educare un bambino? C'è assolutamente qualcosa che non va!... No bimbi, non riesco a darvi una buona motivazione per quelle urla e meno che non ci sia una condizione di vero pericolo...
[Si ringrazia per il disegno http://bambino.donnamoderna.com/adottare-bambin/]
Cosa mi state chiedendo? Quando urlate voi cosa dovrebbero fare? Bah... va di moda il "lascialo stare che gli passa", ma non mi pare funzioni molto. Io credo che chi ha la possibilità di avere uno spazio sicuro in cui esprimersi e non abbia paura di quello che è non ha bisogno di gridare. Magari cercando di darvi una cosa che sia sicura e rassicurante... ma sì!... che ne dite di un bell'abbraccio silenzioso? Se ci fate caso c'è chi urla per dire qualsiasi cosa, anche se non è arrabbiato o spaventato... e se avesse avuto il suo abbraccio in cui poter esprimersi? Un bell'abbraccio costruito apposta per lui. Chissà, potrebbe così rimanere lì nel suo spazio, ma felice perchè può essere ciò che è e non avrebbe bisogno di... rompere gli abbracci degli altri!


Mamme... Papà... Grandi tutti... insegniamo ai bambini a esprimere quello che sono e che sentono nella calma. Solo nel silenzio possono nascere nuove melodie.


Perchè educare i figli al sentire

Stiamo un po' tutti tornando dalle vacanze o qualcuno ci andrà a breve, c'è chi è stato al mare, altri in montagna, in ogni caso ognuno di noi ha approfittato di una bellezza dalla natura per diminuire il proprio stress, per cogliere dei momenti di felicità, per staccare la spina. Personalmente preferisco la montagna, nasconde molti insegnamenti, metafore o messaggi. Mi sono chiesta quale educazione sia necessaria per far sentire alle nuove generazioni questo sentire. 

A scuola, troppo spesso, la natura ci viene spiegata e mostrata come qualcosa da analizzare e da esplorare rafforzando il nostro individualismo e vedendo essa come una cosa che ci appartiene, ma in modo materialistico. E' lontana da noi, noi non siamo fatti della sua stessa "natura", noi andiamo oltre e qui educhiamo a quelle permissioni che purtroppo si vedono in giro. Poi magari ogni tanto nella formazione scolastica si inserisce qualche progetto di Educazione Civica in cui il bambino deve imparare a memoria e razionalmente che non deve gettare le carte delle caramelle per terra. Niente di più illogico, se la natura non ha nulla a che vedere con me, se io la posso analizzare e modificare a mio piacimento perché rispettarla? Ma allora quale tipo di educazione può davvero portare l'uomo a sentirsi parte della natura e portarci a capire quali scelte compiere? Quale modo può riportare l'uomo a rivedere se stesso e Dio (la Coscienza suprema, l'assoluto, il divino, ciò che ci accomuna ed è infinito, chiamatelo come volete) in ciò che ha davanti? Credete che sia davvero una cosa così lontana dalla vostra quotidianità? Credo che basti guardarci intorno per capire che il modo in cui stiamo educando al rispetto di ciò che abbiamo attorno, cioè attraverso l'enumerazione di regole e lo studio su testi scritti di cosa è il mare o un fiume, non abbia portato a grandi risultati. In molte parti del nostro Paese non si riesce ancora a comprendere l'importanza della raccolta differenziata, ad esempio, oppure non ci sentiamo responsabili delle scelte che facciamo quando compriamo una cosa o l'altra. 
Voglio riportarvi ora una frase di Cheikh Khaled Bentounes in quanto credo sia il nocciolo dell'educazione possibile per cambiare:

C'est notre capacité de discernement qui peut alors nous délivrer des représentations illusoires et rétablir en nous la vérité à condition de contribuer, par étapes successives, a l'évil de nos facultés sensitives jusqu'à ce qu'elles recueillent. Les réalités matérielles ne sont plus alors appréhendées sensiblement a partir de leur forme extérieure mais, subtilement, à partir de leur essence.[ Thérapie de l'âme di Khaled Bentounès– 2 feb 2011, p. 56]

Diventa necessario ritornare ad un'educazione che punti a quelli che sono i nostri "mezzi" di conoscenza primaria che ci permettono di discernere ciò che abbiamo davanti. Troppa scuola è costruita solo per la mente vista come un contenitore da riempire. Se noi tornassimo invece all'educazione dei sensi, alla riscoperta del nostro corpo, del suo modo di percepire, scopriremmo anche cosa è in grado di percepire. Bentounes parla proprio dell'essenza delle cose. Se il bambino viene abituato a guardare, a sentire, a toccare, a gustare facendo silenzio con un certo tipo di mente e accettando ciò che gli viene comunicato dall'esterno riuscirà a sviluppare quell'intuizione necessaria non alla negazione della nostra razionalità, ma al suo rafforzarsi. Le implicazioni su questo modo di percepire l'educazione sono infinite. Non solo dalle scelte che poi si faranno a livello ambientale o dal rispetto che si avrà per gli animali, ma anche la visione del corpo altrui (nel pensiero sufista spiegato da Bentounes si aggiunge anche un altro senso, quello sessuale), e non di meno il sentire il sacro che sta in tutte le cose e quindi l'esistenza di Dio. Il bambino nasce perfetto, lui ha tutti i mezzi per poter conoscere queste cose, ma dipende da noi quale educazione scegliere per lui. Non sono solo discorsi filosofici, questi mi sono stati solo necessari per farvi capire da quale teoria stavo partendo. Ciò che diventa necessario è un provare a fermarci per prima noi. Davanti ad uno spettacolo che ci offre la natura proviamo a fare silenzio con la nostra mente, educhiamo i nostri sensi a farci da ponte e non solo ad analizzare. Educhiamoli a scoprire la verità delle cose e non solo ciò che ci appare per poi dare un giudizio partendo dal nostro individualismo. 

Ed è così che a volte la natura diventa l'unico luogo necessario in cui possiamo andare per ritrovare quello che già eravamo. Vi lascio con una frase da un autore italiano a mio avviso davvero ispirante, qui lui partì per il suo "viaggio" in montagna:

Non era tanto un bisogno di partire, quanto di tornare; non di scoprire una parte sconosciuta di me quanto di ritrovarne una antica e profonda, che sentivo di avere perduto. (Il Ragazzo Selvatico - Quaderno di Montagna , Paolo Cognetti)