lunedì 22 settembre 2014

Corso in... "Educarsi a vivere nella realtà"

Cosa significa vivere nella realtà? Per molti sembrerà una cosa scontata, ma se io iniziassi a parlarvi di pensieri ossessivi... di pippe mentale (scusate il linguaggio, ma rende bene l'idea!)... di preoccupazioni su cui ci concentriamo continuamente senza soluzione?... Immagino che qualcuno di voi si senta già più vicino a quello di cui vi voglio proporre...
Attraverso questa formazione personale scoprirete come spesso questi pensieri vi facciano vivere in una realtà emotiva non reale riempiendovi di inutili convinzioni e ansie.
Il percorso è stato pensato in chiave preventiva per problemi psicologici come la depressione o gli attacchi di panico. A livello curativo serve necessariamente una guida psicologica o psicanalitica e ciò che propongo io potrebbe essere un accompagnamento se il vostro psicanalista lo ritiene opportuno.
Attraverso lo yoga, il dialogo di gruppo, la meditazione o con alcuni giochi rivolti all'educazione per gli adulti scoprirete se state vivendo ciò che vi accade davvero o se i vostri pensieri mancano di una centratura ed un equilibrio indispensabili per la vostra realtà. Ogni percorso si svilupperà in tre "lezioni" di 60 minuti e vi porterà a conoscere qualcosa di nuovo in voi e del vostro potenziale. Riuscirete a percepire chi siete realmente e a evolvervi verso la felicità.
Gli incontri si terranno presso il mio studio a Coriano V.se il Giovedì alle 15.30. Il costo totale dei tre incontri è di 30 euro e si avvierà con un minimo di 3 iscritti. Al raggiungimento di tale numero si partirà con le lezioni. Il corso è a numero chiuso.
Potete contattarmi al telefono o via mail per ulteriori informazioni o per iscrivervi.

Novità Yoga e rilassamento

Due nuove opportunità per seguirmi nelle lezioni di Yoga e rilassamento.

Il Martedì alle 20.15 presso la Scuola dell'infanzia "G. Brena" a Coriano V.se (Albaredo d'Adige -VR-). Prova gratuita il 7 Ottobre. Per i bambini dai 6 ai 10 anni invece sarà il Giovedì alle 17.30 con presentazione il 9 Ottobre.

Il Venerdì alle 18.30 presso il centro Essere di Arcole (VR). Prova gratuita il 26 Settembre.
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Vi aspetto!

Foto: NOVITA' al Centro Essere!
In collaborazione con l'insegnate di YOGA Alexia Martinelli il Centro Essere VENERDI' 26 SETTEMBRE ORE 18.30 propone LEZIONE DI YOGA&RILASSAMENTO gratuita per tutti! 

Prenota in reception o chiama allo 045/7636496! 

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giovedì 18 settembre 2014

Se mamma e papà non vogliono più stare assieme...

Al giorno d'oggi, per motivi sociali, culturali, per diversi valori o pregiudizi che guidano la nostra società, stiamo assistendo ad un sempre più elevato numero di casi di coppie che decidono di separarsi. La separazione diventa più problematica, in linea di massima, quando sono presenti figli o figlie. A seconda dell'età questi ultimi vivranno questo evento filtrandolo in svariati modi, ma alla base si crea comunque un senso di paura per il futuro in quanto vengono a dividersi quelle che sono esteriormente le sue prime radici. Dico esteriormente perchè gli adulti che decidono di fare questo passo dovrebbero essere consapevoli che rimarranno comunque sempre uniti da qualcosa. Il figlio o i figli concepiti sono, volente o nolente, l'unione tangibile delle due famiglie d'origine e nella loro vita o nelle loro scelte esprimeranno queste radici. 
Si ringrazia http://www.mammaimperfetta.it/2012/06/10/genitori-separati-vacanze/ per l'immagine

Madre e padre, come figure adulte, dovranno partire assolutamente da questo presupposto e farsi carico quotidianamente della loro educazione ed evoluzione. Per questo motivo il bambino non si può sostituire alla figura adulta cercando di stare vicino e di consolare i genitori, lui deve essere tenuto fuori dai loro problemi relazionali, non può prenderne parte, decidere con chi stare o sapere chi ha ragione. Si vedono spesso bambini vittime di comportamenti subdoli di genitori che smettono in modo inconsapevole di ricoprire quel ruolo e chiedono uno stravolgimento dell'albero genealogico chiedendo ai propri figli di fare un passo generazionale all'indietro e di diventare i loro genitori. 
Molti purtroppo sono i danni emotivi e non solo che si creano in questa situazione e come sempre, è solo l'adulto che può diventare consapevole e riportare ognuno al proprio ruolo naturale.

giovedì 11 settembre 2014

Io sono vegano... e mio figlio?

L'uscita del film "Hungry Hearts" ma ha spinto a scrivere questo articolo che già premeva tra i miei pensieri. Da qualche tempo sto riflettendo su quale sia il tipo di educazione più idonea di una famiglia Veg nei confronti dei propri figli. Io parto innanzitutto dal presupposto che ogni scelta abbia sotto un pregiudizio e che questo si imponga in qualche modo sui nostri figli per una normale asimmetria esistente nell'educazione. Se io credo che la carne faccia bene la darò a mio figlio, se credo il contrario farò l'opposto, ma in ogni caso sono io a decidere. L'adulto sa quello che è meglio per il bene della generazione futura e la educa di conseguenza. Il problema nasce quando non si segue ciò che si è sempre fatto. Non voglio entrare nel merito del film non avendolo ancora visto. Non so quanto il regista calchi la mano sul fatto di essere vegani, ma purtroppo, essendoci molte sfumature in questa etichetta, si fa presto a pensare che molti siano così. Si è coniato il nome di ortoressia, ma vorrei costruire qui un sillogismo con voi:
Tutti i vegani non vogliono uccidere animali per alimentarsi.
Tutti gli ortoressici escludono dal proprio piatto cibi in modo ossessivo.
Agli ortoressici non importa una pippa dell'uccisione degli animali...
Ma alcuni ortoressici possono prenderla come scusa...
Non tutti i vegani sono ortoressici!
Ok.. Aristotele non faceva proprio così i sillogismi, ma ora provate a contrariarmi ;)! A parte gli scherzi voglio tentare di dirvi che io credo che non dipenda dalle etichette che ci mettiamo addosso, ma dai valori e dalle motivazioni da cui partiamo. A nessuno dovrebbe importare di chiamarsi vegano, vegetariano, latto-ovo-vegetariano, pesceriano, flexariano e chi più ne ha più ne metta! Fin da piccola non ho mai mangiato il budino, ma nessuno mi ha mai dato un nome per questo! Assodato che prima di tutto sono una persona, cerco di capire i valori che stanno alle radici delle mie scelte e di comprendere se la mia condizione fisica e sociale mi permette di esprimerli. Se fossi una eschimese difficilmente potrei diventare fruttariana senza incidere nell'inquinamento atmosferico affinché mi portino le mie pesche cadute chissà dove con l'aereo...
Un San Valentino Vegano cucinato da me...
A questo punto non devo più chiedermi "come posso vietare ed impedire a tutti i costi che mio figlio mangi carne", ma bensì "come posso trasmettergli i miei valori". Si entra quindi nel tipo di educazione che si sceglie di intraprendere quotidianamente. Se sarò autoritaria imporrò a mio figlio l'alimentazione attraverso castighi o premi. Personalmente lo considero un modo poco efficace e poco rispettoso della persona. Credo che semplicemente il bambino abbia bisogno di sperimentare emotivamente dentro di sè nella realtà quei valori, quindi semplicemente di viverli. Se realmente i genitori ne sono portatori e non solo sbandieratori (e magari se potessero si farebbero una bella fiorentina...), il bambino saprà serenamente da solo cosa scegliere e se a scuola gli scapperà una fetta di prosciutto magari avrà espresso un vostro desiderio inconscio... :P
A dire la verità credo che lo stesso atteggiamento dovrebbero averlo anche gli adulti verso se stessi. Ho visto troppi vegani allarmarsi davanti a chi mangia carne per poi dichiarare che sarebbe meglio fare uno sterminio umano e non cercare di comprendere le ragioni di ognuno. Ogni persona ha la sua strada e il suo compito nella società. Non si tratta di relativismo, ma di occuparci in modo maturo e consapevole di ciò che io so e posso fare qui e ora. Personalmente ho una cultura e un benessere che mi permette di essere consapevole che posso fare a meno dell'uccisione di animali e il mio fisico sente serenamente che è la scelta giusta. Se fossi nel deserto forse caccerei animali per sopravvivere. La denutrizione e il suicidio andrebbero in contrasto con il mio amore per la vita che è il mio primo valore!
Ah, se un giorno doveste mai vedermi mangiare carne o pesce cercate di non pensare che io non sono più vegetariana, ma che sono semplicemente Alexia, una persona in continua scoperta di sè stessa e del mondo esattamente come voi.

Se avete bisogno di consigli su come accompagnare i vostri figli nell'alimentazione vegana dal punto di vista educativo contattatemi pure! Esistono diversi libri di letteratura per l'infanzia o piccole idee che possono aiutarvi a comprendere se la vostra scelta è davvero consapevole!

domenica 31 agosto 2014

Il Decalogo per i nuovi alunni (ma va bene anche ai vecchi)...

Tra poco molti nuovi e vecchi alunni inizieranno le scuole. 
Per molti di loro sarà la primissima esperienza alla Scuola Primaria, 
ecco un decalogo che potrebbe salvare la loro nuova avventura....


  1. Io non sono solo un alunno quindi con me si può parlare anche di altro, specie se è Domenica. (sono contrario all'apertura dei negozi di Domenica, figuriamoci all'apertura delle scuole! e tu lavoreresti anche di Domenica?)
  2. I compiti sono un esercizio per me e non un modo che ha la maestra per vedere se ho una brava mamma. Per questo non è obbligatorio avere te o peggio ancora un'insegnante privata a casa che mi segue costantemente.
  3. Lo zaino con le cose che ci vanno dentro è una questione mia e non di tutta la famiglia. Se vi fa sentire più tranquilli posso aiutarmi con uno schema appeso nella mia camera.
  4. Ho una maestra a scuola che sa qual'è il metodo migliore per me. Dalle scuole degli anni '80 molte cose sono cambiate e non sempre i metodi vecchi sono i migliori. Quindi ricordati il punto 1.
  5. Visto che i compiti mi servono come esercizio posso anche sbagliarli e permettere all'insegnante di aiutarmi a capire. Vivo di processi di apprendimento, non sono un semplice riempitore di pagine vuote.
  6. Vado a scuola per imparare quindi posso sbagliare, chiedere e migliorare in ogni momento se me ne dai la possibilità e lo spazio. Se sapessi già fare tutto non andrei a scuola...
  7. Le amicizie che ho con i miei compagni sono una questione mia e non di tutti i parenti o della pediatra. Non mi serve avere qualcuno che risolve i miei litigi.
  8. L'esercizio fisico è una bella cosa, ma se già sono stato impegnato per più di mezza giornata con la scuola non posso avere tutti i pomeriggi occupati con altre attività decise da altri (compresa la TV). Ho bisogno anche di annoiarmi per scoprire chi sono.
  9. Non sono lo zaino, l'astuccio, i quaderni, la merenda, le scarpe o altro che mi faranno avere dei buoni amici o essere sicuro di me.
  10. Non posso passare più di tre quarti d'ora al giorno a fare i compiti. Non sono ancora iscritto all'università. Per chi non lo sapesse la mia attività cerebrale e il mio livello di attenzione non me lo permettono. Sopra questo tempo si chiama: tortura.
Buon inizio d'anno scolastico a tutti, 
sperando in una nuova educazione 
che ritrovi il vero senso del suo essere....

Settembre porta sempre nuovi progetti...

Con l'inizio di Settembre iniziano anche le scuole, i nuovi propositi per l'inverno, le nuove attività. Ecco qui per cosa potreste contattarmi per iniziare alla grande il vostro periodo autunnale e invernale....

CORSI DI YOGA e MEDITAZIONE PER ADULTI DI GRUPPO E PERSONALIZZATI - per aiutarvi nello stress da lavoro e per mantenervi in forma.

PERCORSI DI RILASSAMENTO E CONOSCENZA DEL PROPRIO PROGETTO DI VITA - sapere chi siete e dove state andando può togliere molte ansie e piccole problematiche familiari, di coppia, con i vostri figli, lavorative e relazionali. Avrete la possibilità di esplorarvi e di ritrovare l'amore verso voi stessi e verso gli altri. Può essere accompagnato dolcemente dai Fiori di Bach.

CORSI DI YOGA PER BAMBINI - per stimolare posture corrette rispetto alla staticità che vivono a scuola o a casa. Per imparare strategie per diminuire lo stress e l'ansia da prestazione. Per conoscere ed esplorare i cambiamenti del proprio corpo e le proprie emozioni. Utile in caso di dislessia, disgrafia, iperattività, problemi dell'attenzione.

RECUPERO IN CASO DI DIFFICOLTÀ' SCOLASTICHE - per qualcuno non basta aver eseguito bene i compiti di scuola, alle volte serve un po' di motivazione in più, un percorso alternativo che aiuti a far crescere l'autonomia, l'attenzione, la precisione.

FORMAZIONE GENITORIALE - avete dubbi sul vostro stile educativo? Potete venire qui da me da soli oppure partecipare agli incontri di piccoli gruppi che verranno organizzati qui nello studio.

Non esitate a chiamarmi per qualsiasi richiesta o dubbio.

Vi auguro un meraviglioso inizio per i vostri nuovi progetti!!!!

venerdì 29 agosto 2014

L'ora della merenda ricomincia...

Tra poco tempo inizieranno le scuole e i negozi si stanno mobilitando per far sì che gli alunni abbiano tutto il necessario per andarci ben equipaggiati. La mia attenzione oggi si è soffermata su una nuova merenda in commercio ( non voglio fare nomi, sarebbe comunque inutili ai fini di questo scritto).
Questa corsa alla merenda più sana si trasforma spesso in una corsa alla merenda "più in" o più in voga. Le mamme sono in cerca spesso di merende che non escludano socialmente i loro figli, che li facciano sentire a loro agio all'interno del gruppo. Ecco che la merenda della mattinata non diventa più qualcosa che mi deve nutrire all'interno, ma qualcosa che ancora una volta, come troppe cose a mio parere nella nostra società, mi fa da maschera per dire agli altri quello che sono. E' l'ennesimo oggetto che definisce la mia identità. In questa forma di insicurezza si infilano con facilità i messaggi pubblicitari che raramente hanno come obbiettivo la salute dei bambini. Alcune mamme si sentono a disagio nelle loro scelte più salutistiche e quando preparano una buona merenda fatta in casa hanno paura di essere derise o di far passare per poco interessanti i loro figli. Vorrei mandare un messaggio di incoraggiamento a loro per iniziare al meglio il nuovo anno scolastico. Non fatevi ingannare da falsi sensi di colpa! Provate a pensare anche solo alla differenza che si trova nel gesto di acquistare velocemente un sacchetto di merendine e quello di dedicare del tempo alla cura della preparazione del cibo di chi amate. Quale dei due vi rimanda più affetto? Il bambino che vede la propria madre "perdere del tempo" per la cura delle cose che lo riguardano si sentirà alimentato anche di ciò che più conta nell'educazione dei figli: l'amore. E chissà.... magari quell'amore nutrirà così tanto la sua personalità da riuscire a sentirsi fortunatamente unico e importante nel suo essere Persona. 
Buon nuovo anno scolastico a tutti!

sabato 23 agosto 2014

Educare a volare...

"Siamo liberi di andare dove ci aggrada e di essere quelli che siamo" rispose Jonathan e, levatosi in volo, fece rotta verso oriente, dove aveva dimora lo Stormo. (Il Gabbiano Jonathan Livingston di R. Bach)

Chi di voi ha letto questo libero? E' abbastanza conosciuto e personalmente mi è rimasto nel cuore fin dalla prima lettura. Oggi è difficile per noi sentirci davvero liberi di esprimere quello che siamo. Troppo spesso siamo sopraffatti da paure, ansie, sensi di colpa. Non vogliamo tradire la nostra famiglia, il nostro gruppo o la nostra cultura e per questo continuiamo a recitare parti che non ci appartengono. Ci troviamo a seguire progetti di vita scelti da altri finché un giorno non ci accade qualcosa e ci accorgiamo di essere infelici. Molte persone fanno finta di niente, non ascoltano questi messaggi e continuano a recitare il loro ruolo credendolo l'unico possibile perchè non porta ad alcun rischio. Jonathan decide di fare diversamente e sceglie di provare a conoscere quella parte di sè che non gli è stata data da altri gabbiani come lui. Vuole conoscere la sua essenza, solo così potrà fare ciò che altri non sono mai riusciti a fare. La cosa più interessante è che questa "essenza" appartiene ad ognuno di noi ed ecco perchè credo che come adulti dobbiamo principalmente educare a volare, come fece Fletcher.


"Innanzi tutto" incominciò, piuttosto greve, "vi dovete rendere conto che un gabbiano è fatto a immagine del Grande Gabbiano, è un'infinita idea di libertà, senza limite alcuno, e il vostro corpo, da una punta dell'ala a quell'altra, altro non è che un grumo di pensiero."
I giovani gabbiani lo guardavano, stupiti e un po' canzonatori. Ehi, Ehi pensavano, è così che tu ci insegni la gran volta?(Il Gabbiano Jonathan Livingston di R. Bach)

Già, purtroppo andare verso la propria essenza sembra noioso o una cosa per pochi (magari anche un po' squilibrati), ma in realtà è lì che si rivelano le nostre potenzialità, quello che noi siamo chiamati a fare. A volte è un lavoro doloroso riconoscere e perdonare i "grumi di pensiero" che sono in noi, ma con questo ci educheremo a ritrovare quello che veramente siamo. In questo modo ci educheremo a volare cercando le piroette o la gran volta che meglio riusciamo a fare.

[per l'immagine si ringrazia http://www.iltuocoach.it/come-gabbiano-jon/]

venerdì 22 agosto 2014

Mamma... Papà... perchè gridate sempre?

Cari bambini e bambine,
      oggi voglio scrivere a voi per cercare di spiegarvi quello che molti adulti fanno a volte tra di loro o altre volte contro di voi: urlare. Se ci pensate l'urlo è utilizzato da molti animali per farsi sentire nelle grandi foreste, altri invece lo usano per spaventare i loro nemici.
Bene, ora voi mi chiederete quindi a cosa serve che lo facciano i vostri genitori (o adulti che vi educano in generale...). In fine dei conti voi non siete dei loro nemici e come distanza al massimo vi potete trovare nell'altra stanza (salvo quando vi trovate in un centro commerciale o al parco...). E' vero, avete ragione, ma comunque i vostri papà e mamme sono mossi dalla stessa paura. La paura di non essere ascoltati, di non essere guardati e considerati, di non essere abbastanza forti, di perdere il ruolo che hanno... e così si comportano come voi quando urlate per avere la loro attenzione... OPS! Forse ho sbagliato qualcosa... Come può un genitore adulto urlare come un bambino per educare un bambino? C'è assolutamente qualcosa che non va!... No bimbi, non riesco a darvi una buona motivazione per quelle urla e meno che non ci sia una condizione di vero pericolo...
[Si ringrazia per il disegno http://bambino.donnamoderna.com/adottare-bambin/]
Cosa mi state chiedendo? Quando urlate voi cosa dovrebbero fare? Bah... va di moda il "lascialo stare che gli passa", ma non mi pare funzioni molto. Io credo che chi ha la possibilità di avere uno spazio sicuro in cui esprimersi e non abbia paura di quello che è non ha bisogno di gridare. Magari cercando di darvi una cosa che sia sicura e rassicurante... ma sì!... che ne dite di un bell'abbraccio silenzioso? Se ci fate caso c'è chi urla per dire qualsiasi cosa, anche se non è arrabbiato o spaventato... e se avesse avuto il suo abbraccio in cui poter esprimersi? Un bell'abbraccio costruito apposta per lui. Chissà, potrebbe così rimanere lì nel suo spazio, ma felice perchè può essere ciò che è e non avrebbe bisogno di... rompere gli abbracci degli altri!


Mamme... Papà... Grandi tutti... insegniamo ai bambini a esprimere quello che sono e che sentono nella calma. Solo nel silenzio possono nascere nuove melodie.


Perchè educare i figli al sentire

Stiamo un po' tutti tornando dalle vacanze o qualcuno ci andrà a breve, c'è chi è stato al mare, altri in montagna, in ogni caso ognuno di noi ha approfittato di una bellezza dalla natura per diminuire il proprio stress, per cogliere dei momenti di felicità, per staccare la spina. Personalmente preferisco la montagna, nasconde molti insegnamenti, metafore o messaggi. Mi sono chiesta quale educazione sia necessaria per far sentire alle nuove generazioni questo sentire. 

A scuola, troppo spesso, la natura ci viene spiegata e mostrata come qualcosa da analizzare e da esplorare rafforzando il nostro individualismo e vedendo essa come una cosa che ci appartiene, ma in modo materialistico. E' lontana da noi, noi non siamo fatti della sua stessa "natura", noi andiamo oltre e qui educhiamo a quelle permissioni che purtroppo si vedono in giro. Poi magari ogni tanto nella formazione scolastica si inserisce qualche progetto di Educazione Civica in cui il bambino deve imparare a memoria e razionalmente che non deve gettare le carte delle caramelle per terra. Niente di più illogico, se la natura non ha nulla a che vedere con me, se io la posso analizzare e modificare a mio piacimento perché rispettarla? Ma allora quale tipo di educazione può davvero portare l'uomo a sentirsi parte della natura e portarci a capire quali scelte compiere? Quale modo può riportare l'uomo a rivedere se stesso e Dio (la Coscienza suprema, l'assoluto, il divino, ciò che ci accomuna ed è infinito, chiamatelo come volete) in ciò che ha davanti? Credete che sia davvero una cosa così lontana dalla vostra quotidianità? Credo che basti guardarci intorno per capire che il modo in cui stiamo educando al rispetto di ciò che abbiamo attorno, cioè attraverso l'enumerazione di regole e lo studio su testi scritti di cosa è il mare o un fiume, non abbia portato a grandi risultati. In molte parti del nostro Paese non si riesce ancora a comprendere l'importanza della raccolta differenziata, ad esempio, oppure non ci sentiamo responsabili delle scelte che facciamo quando compriamo una cosa o l'altra. 
Voglio riportarvi ora una frase di Cheikh Khaled Bentounes in quanto credo sia il nocciolo dell'educazione possibile per cambiare:

C'est notre capacité de discernement qui peut alors nous délivrer des représentations illusoires et rétablir en nous la vérité à condition de contribuer, par étapes successives, a l'évil de nos facultés sensitives jusqu'à ce qu'elles recueillent. Les réalités matérielles ne sont plus alors appréhendées sensiblement a partir de leur forme extérieure mais, subtilement, à partir de leur essence.[ Thérapie de l'âme di Khaled Bentounès– 2 feb 2011, p. 56]

Diventa necessario ritornare ad un'educazione che punti a quelli che sono i nostri "mezzi" di conoscenza primaria che ci permettono di discernere ciò che abbiamo davanti. Troppa scuola è costruita solo per la mente vista come un contenitore da riempire. Se noi tornassimo invece all'educazione dei sensi, alla riscoperta del nostro corpo, del suo modo di percepire, scopriremmo anche cosa è in grado di percepire. Bentounes parla proprio dell'essenza delle cose. Se il bambino viene abituato a guardare, a sentire, a toccare, a gustare facendo silenzio con un certo tipo di mente e accettando ciò che gli viene comunicato dall'esterno riuscirà a sviluppare quell'intuizione necessaria non alla negazione della nostra razionalità, ma al suo rafforzarsi. Le implicazioni su questo modo di percepire l'educazione sono infinite. Non solo dalle scelte che poi si faranno a livello ambientale o dal rispetto che si avrà per gli animali, ma anche la visione del corpo altrui (nel pensiero sufista spiegato da Bentounes si aggiunge anche un altro senso, quello sessuale), e non di meno il sentire il sacro che sta in tutte le cose e quindi l'esistenza di Dio. Il bambino nasce perfetto, lui ha tutti i mezzi per poter conoscere queste cose, ma dipende da noi quale educazione scegliere per lui. Non sono solo discorsi filosofici, questi mi sono stati solo necessari per farvi capire da quale teoria stavo partendo. Ciò che diventa necessario è un provare a fermarci per prima noi. Davanti ad uno spettacolo che ci offre la natura proviamo a fare silenzio con la nostra mente, educhiamo i nostri sensi a farci da ponte e non solo ad analizzare. Educhiamoli a scoprire la verità delle cose e non solo ciò che ci appare per poi dare un giudizio partendo dal nostro individualismo. 

Ed è così che a volte la natura diventa l'unico luogo necessario in cui possiamo andare per ritrovare quello che già eravamo. Vi lascio con una frase da un autore italiano a mio avviso davvero ispirante, qui lui partì per il suo "viaggio" in montagna:

Non era tanto un bisogno di partire, quanto di tornare; non di scoprire una parte sconosciuta di me quanto di ritrovarne una antica e profonda, che sentivo di avere perduto. (Il Ragazzo Selvatico - Quaderno di Montagna , Paolo Cognetti)


martedì 22 luglio 2014

Quando le radici comuni ci chiamano

Nemmeno un mese fa ho visitato l'Altare della Patria a Roma. Un monumento imponente che celebra l'essere italiano e l'Italia. Mi sono ritrovata a pensare, ricercando nei campi mentali racchiusi attorno ai nostri alberi genealogici, quale simbologia e significato stia dietro a quella costruzione enorme. Non voglio addentrarmi nei particolari architettonici che nemmeno mi apparterrebbero come professionalità, voglio solo portarvi a ritrovare per istinto, creatività ed analogia (così d'altronde lavora il nostro albero...), ciò che ci accomuna come patria e ciò che ci stiamo portando dietro. Ognuno di voi potrebbe trovare la sua interpretazione: cosa rappresentano quegli enormi scalini da salire con fatica, il Milite Ignoto al centro di tutto.... ognuno potrebbe rivedere il suo modo di viversi da italiano. Ognuno di noi in qualche modo sta portando avanti il suo ruolo, in qualche modo, anche se ci dicono che gli italiani non esistono, stiamo portando avanti dei valori comuni, dei pregiudizi che arrivano da chissà quali tempi. Quanti gesti si compiono ogni giorno o pensieri spontanei? In fin dei conti tutti hanno sempre fatto così: ma perchè? La moda ci spinge a cercare nuovi luoghi, magari più "evoluti" (o così pensiamo), ma le nostre radici? Sono sempre loro che ci alimentano nelle nostre azioni e ci si può trasformare solo se si portano alla consapevolezza. Il nostro corpo le ricorda, nelle nostre azioni e pensieri ci sono, ma spesso la nostra mente conscia e decisionale ne è succube. Credo che sia questa la vera importanza dello studio della storia o materie affini come la letteratura. Servirebbe un'educazione della storia che guardi alle persone che ci sono state prima di noi, al conoscere le loro scelte e a provare a capire dal basso da cosa erano spinte. Conoscere Cavour, Giolitti, Mussolini, De Gasperi, ma anche chi negli stessi anni,  lavorava i campi o "accudiva il focolare". Le loro idee, i loro pensieri, le loro paure, ciò in cui credevano... anche perchè, che lo vogliamo o meno le nostre radici ci richiamano continuamente; e
vi assicuro che quando si arriva a Roma l'Altare della Patria non lo si può proprio evitare di vedere!

mercoledì 9 luglio 2014

Perchè non mi piace proprio "andare a scuola"?

Da un mese sono iniziate le vacanze e già si vedono rinchiusi in casa bambini e ragazzi immersi nei loro tanto odiati compiti. Qualcuno riesce a finirli con poco sforzo, ma alcuni non ne vogliono proprio sapere. Arrivano a litigare con i loro genitori, si sentono annoiati o incapaci nell'affrontare qualsiasi tema scolastico. Dove sta il nocciolo del problema? La cosa principale che manca a loro è la MOTIVAZIONE ad apprendere. Motivazione etimologicamente parlando significa "muovere verso", ma cosa mi spinge ad andare verso una cosa piuttosto che un'altra? Se provate a pensare ad un alunno che riesce facilmente in ciò che gli viene chiesto di fare solitamente (ma non sempre nemmeno in questi casi...) sarà motivato ad impegnarsi anche a casa o nei compiti futuri. Ognuno di noi se si sente appagato da ciò che sta facendo e sente che i suoi bisogni primari vengono soddisfatti sarà portato ad impegnarsi in misura sempre maggiore. Per questo motivo diventa fondamentale che il bambino si trovi nella condizione di poter sentirsi capace di fare e di sapere come fare. Il punto iniziale deve essere quello di portarlo ad essere consapevole del suo modo di apprendere. Non tutti infatti apprendiamo nelle stesse modalità e spesso purtroppo a scuola si utilizzano solo alcune delle metodologie che ci sono a disposizione. Se però il bambino o ragazzo diventa consapevole del lavoro che lui può fare e viene aiutato in questo percorso può anche lui ad arrivare a livelli ottimi di comprensione e apprendimento. Troppo spesso si guarda alla sua immaturità o alla sua "poca voglia" senza provare a guardare con occhi diversi quello che lui sta vedendo e soprattutto come lo sta vedendo.
Quando il bambino ha difficoltà scolastiche ne va necessariamente della sua autostima e, per il principio olistico di cui siamo fatti, ne rimette necessariamente anche il suo benessere fisico. Per questo motivo dovrà accompagnarlo non solo un lavoro mirato all'apprendimento, ma anche alla crescita dell'autostima e al riagganciare il proprio corpo come portatore di emozioni e di conoscenze. L'apprendimento non è solo una questione mentale e psicologica e tanto meno una questione di sola memoria. Esso riguarda tutte le sfere dell'uomo e ricordiamoci che alla base sta sempre l'emotività che andrà ad incidere a livello fisico. Solo agendo anche a questo livello si potrà costruire una nuova percezione di sé come alunno e quindi una nuova motivazione per andare a scuola serenamente. E' un lavoro che deve essere fatto il prima possibile per non creare inutili pregiudizi sulle proprie capacità e sulla scuola, correndo il rischio che si trascinino nella propria idea di sè per tutta la vita.

martedì 11 marzo 2014

Appuntamenti ad Albaredo d'Adige

Domani sera inizia un ciclo di incontri che riguarderà argomenti educativi di interesse davvero attuale.

Il primo riguarderà l'emozione della rabbia nei bambini, come la esprimono e quali scelte educative possono alimentarla.

Il secondo di Mercoledì 26 Marzo tratterà il tema delicato della TV e dei Videogiochi.

Il terzo di Mercoledì 9 Aprile invece proverà a toccare un tema davvero delicato, ma essenziale dell'educazione alla bellezza e alla contemplazione di ciò che ci circonda.

L'opportunità data dal Circolo NOI di Albaredo d'Adige, appoggiato e il patrocinato dato dal Comune e dall'Istituto Comprensivo, è da cogliere davvero al volo per poter acquisire la giusta consapevolezza nelle scelte educative quotidiane che si fanno per i propri figli.

Nell'era dell'informazione è davvero un peccato agire ancora nella casualità degli eventi e in balia di ciò che ci accade.

 Vi aspetto numerosi!!!!

sabato 22 febbraio 2014

Appuntamenti Primavera 2014

Ieri sera al Circolo Noi di Castagnaro ho tenuto la serata dal titolo "Bambino difficile o bambino arrabbiato?". L'interesse dei genitori presenti è stato alto perchè oggi è davvero difficile per loro comprendere la modalità con cui relazionarsi, sono invasi da moltissime informazioni diverse e spesso hanno difficoltà a gestire il poco tempo che hanno a disposizione.
L'evento era organizzato dalla Parrocchia, dal Comune e dall'Associazione il Salice grigio e la serata, con lo stesso argomento si ripeterà a

Legnago presso la Sala Civica il 17 Aprile 2014 alle 20.45 "Bambino difficile o Bambino arrabbiato?"

Altri appuntamenti in programmazione si svolgeranno ad Albaredo d'Adige, organizzati dalla Parrocchia e dal circolo Noi con il Patrocinio del Comune e l'appoggio dell'Istituto Comprensivo della zona. 
A breve le descrizioni specifiche dell'evento!

giovedì 13 febbraio 2014

Un posto dove mi ritrovo.... ovvero la meditazione per i bambini e le bambine

"Mamma ti prego! Voglio venire qua per sempre!" Li per li sentire una bambina che dopo un incontro con me dice cosi alla madre potrebbe far crescere a dismisura il mio orgoglio... poi mi discosto, prendo le distanze e mi accorgo ancora una volta che sono io che devo apprendere da loro. Queste anime in crescita sono cosi vicine al mondo spirituale più di quello che noi crediamo! Quando creo qui nel mio studio lo spazio per loro, uno spazio di accoglienza, di nuova creatività e di meditazione essi trovano finalmente il modo per ricontattare la loro vera essenza, la loro anima. Con molta facilità, appena vedono che possono fidarsi ed abbassano le loro barriere (spesso date dagli adulti) si  entrano nelle visualizzazioni proposte o nelle meditazioni con estrema facilità e riescono a viverci dentro. Riescono ad entrare in quello che vedono non disperdendosi, ma con estrema presenza. Bambini che a scuola vengono giudicati distratti o poco interessati dimostrano invece una grande capacita di essere qui e ora nel momento della meditazione. Se avete provato qualche volta questa pratica, sapete di cosa sto parlando. Solitamente noi adulti, nel momento stesso in cui chiudiamo gli occhi per concentrarci ad esempio sul nostro respiro, iniziamo a pensare ad altro. Magari all'inizio ci innervosiamo pure e ci sforziamo di non ascoltare i nostri pensieri e poi al contrario ci facciamo trasportare da essi senza esserne nemmeno più consapevoli. I bambini invece vedono in questo loro posto interiore luoghi, storie e particolari in modo attento, preciso e li sanno riportare perché li hanno vissuti con vera presenza mentale come direbbero i monaci buddhisti. Loro accettano quello che vedono con immensa gratitudine e stanno l´ad osservare con fiducia quello che accade. Quando ritrovano questa capacità in loro si sentono come tornati a casa, sanno che esiste un posto in cui possono essere quello che realmente sanno di essere, acquistano fiducia in se´ stessi. Questa capacità con l'abitudine e la quotidianità si riporta poi nella vita scolastica, in quella familiare o delle amicizie. Il bambino o la bambina non imparano più a fuggire dai momenti abituando cosi il corpo e la mente a staccarsi e a non essere consapevoli o attenti, ma al contrario hanno fiducia su come loro possono agire e essere presenti nella propria realtà. 

I figli ci chiedono di essere dei creativi...

O. M. AIVANHOV, filosofo orientale così diceva: "UN BAMBINO CHE NASCE, NON NASCE PER CASO. SE MI DOMANDATE PER QUALE RAGIONE E' NATO VOSTRO FIGLIO, VI RISPONDERÒ': “AFFINCHÉ' SAPPIATE COSA AVETE NELLA VOSTRA MENTE” E' COSI' CHE GLI UOMINI E LE DONNE IMPARANO A CONOSCERSI: ATTRAVERSO I LORO FIGLI."
Infatti, spesso la nascita, la crescita, o anche la semplice ricerca di un figlio, mettono l´uomo e la donna davanti a nuove domande, alcuni reagiscono alzando muri e seguendo le credenze genitoriali o culturali, altri si chiedono se quello che pensavano dei bambini sia davvero cosi. Quando poi si inizia a conoscere a fondo e senza pregiudizi l'anima del bambino o della bambina nata, si iniyia anche a riallacciarsi con la naturalità del crescere che spesso non siamo noi a decidere, ma si deve solamente seguire e apprendere da essa.
Si ripercorre poi ´la propria infanzia, ciò che davvero dovevamo essere, ma non ci e´ stata data la possibilità, ci accorgiamo allora di esserci dimenticati chi siamo davvero. La nostra anima continua il suo comunicare con noi attraverso il corpo o la mente, ma noi siamo troppo impegnati a volte a sostenere ruoli che ci sono stati imposti dalla società, dalla cultura, dall'albero genealogico. Spesso agiamo conformandoci o semplicemente scegliamo di fare esattamente il contrario di quello che ci viene chiesto dall'esterno. Se non diventiamo consapevoli di ciò sarà un ripetersi di ruoli ed errori che tramanderemo ai nostri figli, a meno che non decidiate di spezzare la catena e di scegliere una via creativa: un nuovo percorso, un nuovo modo di vedere e costruire la vostra vita. Anche Picasso avrebbe potuto disegnare come i pittori passati, ma invece ha cercato di avere a disposizione tutte le prospettive possibili e ha trovato la sua terza via creativa. E´ un po quello che un giorno potreste decidere di fare voi con la vostra vita e di conseguenza con la vita dei vostri figli. Vi siete chiesti se davvero le scelte che state facendo siano dettate dalla consapevolezza o da pregiudizi che forse non sapete nemmeno da chi sono stati inventati? Quelle piccole scelte quotidiane, quei gesti che scegliete per i vostri figli e figlie,´da come avviene il concepimento, il parto, lo svezzamento, l´allattamento, l'apprendimento scolastico, lßagire con i premi o le punizioni.... da dove nascono? Oggi sembra poi che tutti siano esperti del settore, specialmente su Facebook, Twitter o simili... In realtà credo che dentro di noi si celi già tutta la conoscenza del perché siamo qui e dobbiamo solo essere educati a riappropriarci della nostra essenza. Non ci servono giudizi o consigli preconfezionati, ma strade creative e accoglienti. Gli strumenti che ci possono accompagnare e sostenere sono molteplici. Attraverso la narrazione di se´ la persona inizia già da sola a prendere consapevolezza del suo agire nel mondo. In seguito la floriterapia, sempre usata in modo creativo, può sciogliere i blocchi o renderci evidente ciò che non ci appartiene. Mano a mano che si procede si potrà prendere nuova consapevolezza dei blocchi presenti nel proprio corpo o nel proprio respiro con la meditazione o la semplice visualizzazione. Si inizieranno a vedere nuove vie creative attraverso composizioni più o meno artistiche, attraverso nuove intuizioni o attraverso il nuovo agire nella nostra vita. Ognuno ha la sua strada da percorrere, diversa da tutte le altre, ma una cosa e´ certa: nessuno dovrebbe scegliere per noi la meta.

lunedì 3 febbraio 2014

Perchè lo Yoga per i bambini

Lo yoga, come purtroppo non tutti sanno, non è solo un insieme di pratiche fisiche dette Asanas o di respirazioni chiamate Pranayama, ma è molto di più. Allontanandoci dall'idea che lo Yoga sia religione, quindi accogliendo l'idea più antica e originaria e laica dello Yoga nato in India ci accorgiamo di come sia una via che guarda a tutte le dimensioni della persona. Nella visione olistica che cerco di avere nel mio lavoro di pedagogista, lo yoga riesce a far cogliere ai bambini quella totalità di cui sono composti e riesce a riportarli in completa serenità alla loro essenza. Troppo spesso mi sono trovata davanti a bambini e bambine, specie nell'età della Primaria e Secondaria di Primo grado, già pieni di sovrastrutture create dalla società o dagli adulti che li circondando. Essi sono già costretti in queste etichette e si riempiono di stress, di tensioni, di emozioni inespresse per cercare di seguirle e di rispettarle. Ogni bambino o bambina ha il suo modo di reagire: alcuni si chiudono, altri si arrabbiano, altri recitano il ruolo dei "bravi bambini", ma quasi tutti non riescono più a prendere contatto con la loro serenità. Lo yoga riesce a ridare questo contatto originario e spesso, specie dopo alcuni incontri di gruppo o individuali, in cui unisco anche giochi di arteterapia, racconti o altri strumenti pedagogici, gli stessi genitori vedono il loro figlio "diverso", alcuni notano il tono della voce più calmo, altri più apertura comunicativa. A modo loro reagiscono positivamente a questo spazio di pace creato per loro in cui si possono esprimere per quello che realmente sono, in cui possono contattare le loro emozioni senza averne paura o essere giudicati o analizzati. 
Oltre ad avere ottimi risultati sulle relazioni familiari e sull'emotività, si possono riscontrare a lungo andare, con una pratica costante, buoni risultati anche nella concentrazione e nell'attenzione, migliorando così anche alcuni problemi scolastici; non solo perchè si migliora l'autostima in sé stessi, ma anche per le modificazioni a livello ormonale che avvengono grazie ad alcune specifiche posizioni. Buoni risultati si possono avere nei problemi dell'apprendimento o del comportamento supportandolo ad idonei percorsi educativi. Lo stesso vale anche per disturbi dello spettro autistico come parla nel suo studio Dion E. Betts. Personalmente credo che il grande potere della scienza yogica non stia solo nelle pratiche corporee, ma nella capacità, attraverso mantra, meditazioni e altro, di far sentire al bambino la sua reale essenza e di fargli intuire senza grandi sforzi le sue emozioni, comprendendole e raggiungendo una diversa consapevolezza di sè e quindi un diverso modo di percepire ciò che gli accade attorno. In più, quando nel contempo i genitori cercano di capire la propria modalità educativa e si aprono diversamente al proprio figlio, si modificano in modo positivo molte relazioni familiari in precedenza difficili da gestire.

Se siete interessati a conoscere la tipologia di percorsi individuali o di gruppo da me organizzati potete contattarmi a:
amritapedagogia@gmail.com
Cell 3479454211

Per piccoli gruppi di bambini (max 5) si organizzano corsi anche nello studio di  Albaredo d'Adige.